domenica 31 ottobre 2010

La crisi dell'edilizia

Sono oltre 100 mila gli edili meridionali che hanno perso il lavoro. Il dato più alto del Mezzogiorno si registra proprio in Sicilia con la perdita di 28 mila posti di lavoro.
Questa la stima contenuta nella relazione presentata dalla Fillea Cgil in occasione della terza conferenza nazionale sul Mezzogiorno. Dal titolo “Cantieri liberi dalle mafie in un paese libero dalla illegalità”.

Sono infatti crollati del 31% i bandi di gara rispetto all’anno precedente. Un crollo dagli effetti molteplici: tagliare e risparmiare anche su lavoro e sulla sicurezza,
riduzione delle misure per la sicurezza sul lavoro, lavoratori in nero, incremento della propensione al lavoro part-time ed il sottoinquadramento, sino ad arrivare ad un’impennata del numero dei cassa integrati. Al prezzo di centinaia di migliaia di lavoratori a casa, di opere ferme, di un mercato delle costruzioni stravolto e spaccato in due, da una parte i grandi appalti pubblici sono finiti nelle mani delle “cricche”, dall’altra un mercato dei lavori privati ridotto ad una giungla, divengono luogo fertile per l’affermazione di illegalità, irregolarità, evasione ed elusione di norme e regole, riduzione dei diritti e delle tutele del lavoro.

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